VIETNAM, IMPENNATA DELL’EXPORT DI ANACARDI. PIANO GOVERNATIVO PER AUMENTARE GLI AREALI

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Impennata dell’export vietnamita di anacardi. Secondo i dati di Vinacas, l’associazione vietnamita Anacardi, nei soli primi due mesi del 2017 sono state esportate 26mila tonnellate di prodotto per un giro di affari complessivo di 232 milioni di dollari.

Se da un lato si registra un calo dei volumi (-26,2%) e del valore (-12%) dell’export rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – con prezzi al chilo che oscillano tra i 50mila e i 60mila dollari vietnamiti (VND) ossia tra i 2 e i 2,50 euro – quello che segnala l’Ice di Ho Chi Minh, in una nota ufficiale, è una grande crescita del Paese su alcune piazze mondiali significative come ad esempio l’Australia o il Regno Unito.

Fermi restando gli importatori storici di anacardi vietnamiti, ossia gli Usa (34,9% del valore dell’export); la Cina (18,9%) e i Paesi Bassi (11,8%), a gennaio si è avuta una vera impennata del fatturato realizzato in Australia (+75,1%), nel Regno Unito (+57,8%) mentre è più contenuta la crescita negli Emirati Arabi Uniti (+5,2%).

Nonostante il Vietnam sia il principale produttore ed esportatore mondiale di anacardi, le sue 300 aziende produttrici riescono a soddisfare soltanto il 30% della domanda globale di questo prodotto che cresce del 10% l’anno contro una crescita della produzione nazionale del 5%. Una delle principali cause di questa idiosincrasia è la mancanza di prodotto per l’industria della trasformazione (che sguscia) che ogni anno costringe il Paese ad importare più di 1 milione di tonnellate di prodotto in guscio da diversi Paesi fornitori.

Secondo le previsioni di Vinacas, entro la fine dell’anno il Paese arriverà ad esportare complessivamente 360mila tonnellate di anacardi sgusciati per un totale di 3 miliardi di dollari Usa.

I volumi di anacardi in guscio prodotti in Vietnam, però, quest’anno, saranno di circa 300mila euro, -40% rispetto alle previsioni iniziali di 550mila tonnellate. Questo comporterà che il Paese sarà costretto ad incrementare la quota di prodotto importato dall’estero e destinato alle industrie nazionali di trasformazione: dall’1,1 milioni di tonnellate inizialmente previste a 1,3 milioni di tonnellate.

Per ridurre la forte dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotto da destinare all’industria di trasformazione (che rende difficile garantire standard costanti di qualità), il governo sta spingendo per estendere gli areali di coltivazione con l’obiettivo di arrivare a 30mila ettari entro il 2020 (+5mila rispetto agli attuali) soprattutto nelle zone più vocate ossia Binh Phuoc, Dong Nai e Gia Lai.

I piani governativi puntano a favorire la collaborazione tra produttori e industria per sviluppare nuove tecniche colturali e tecnologie di trasformazione con l’intento di incrementare la resa produttiva di 2 tonnellate per ettaro.

Mariangela Latella

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