AREFLH, CRESCONO LE ADESIONI: 4 REGIONI ITALIANE PRONTE AD ENTRARE

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Cresce l’adesione italiana ad Areflh. Puglia, Calabria, Valle d’Aosta e Lazio sono le quattro nuove regioni che si sarebbero già attivate per aderire all’associazione mentre, grazie alla modifica statutaria che apre le porte anche alle Op (non più solo regioni e Aop), la Liguria potrebbe essere un nuovo partner sul fronte floricolo.

È quanto ci ha rivelato Simona Caselli (nella foto), assessore all’Agricoltura della regione Emilia-Romagna nonché presidente di Areflh a margine dell’assemblea generale dell’associazione delle regioni agricole europee che si è tenuta nei giorni scorsi a Bologna.

“Adesso la partecipazione italiana ad Areflh è limitata a quattro regioni, ma sono poche. Il calo partecipativo del passato è stato determinato da una sbagliata interpretazione delle leggi sulle partecipazioni per le quali si è pensato che l’adesione ad Areflh fosse da considerarsi come una partecipazione. In realtà entrare in Areflh significa aderire ad un’associazione che svolge un’attività di rappresentanza e di lobbying presso la Commissione europea. Sicché, visto anche che le quote di adesione sono abbastanza basse, stiamo facendo il punto anche in considerazione del fatto che la Francia è molto rappresentata e che anche l’Italia merita di essere rappresentata di più ad esempio tramite alcune regioni, grandi produttrici del Paese, come quelle del sud”.

Chi ha risposto fino ad ora al vostro invito?

“Puglia, Calabria, Valle d’Aosta e credo anche Lazio, hanno già detto che aderiranno. Nei giorni scorsi abbiamo illustrato l’attività di Areflh presso la Commissione delle politiche agricole e c’è stato molto interesse anche perché significa far parte di una rete che permette di agire in ambito multilaterale”.

Come considera la recente adesione delle due Aop tedesca e austriaca?

“Fondamentale per fare uscire l’associazione da una dimensione esclusivamente mediterranea. L’inclusione dei produttori nord europei è determinante anche dal punto di vista politico”

Che riflessi avrà, in Italia, la modifica dello statuto che apre alle Op?

“Potrebbe essere interessante soprattutto per il settore floricolo. Penso, ad esempio, alla regione Liguria che è molto attiva in questo comparto. Si tratta di una filiera che non ha Aop perché non è molto sviluppata ma che ha, comunque, i suoi occupati e la sua produttività ed ha diritto di rappresentanza”.

Mariangela Latella

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