INFLAZIONE, CONFAGRI: “PRODUTTORI DEVONO VENDERE 2,5 CHILI DI ZUCCHINE PER PAGARSI UN CAFFÈ”

Condividi

“In base alle stime definitive di Istat sull’inflazione di settembre, i prezzi della verdura sono aumentati del 7,1% rispetto ad agosto e del 10,2% su base annua; il prezzo della frutta invece cala dello 0,6% (ma cresce del 6,1% in termini tendenziali). Ciò, a fronte dell’indice generale che, a settembre è rimasto stabile rispetto al mese precedente e che, a livello annuale, aumenta del 3%”.

Lo sottolinea Confagricoltura analizzando i dati definitivi dell’Istat sull’inflazione a settembre. “Abbiamo più volte posto in rilievo – osserva l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – la sperequazione tra i prezzi all’origine e quelli al consumo, che quadruplicano. Ad esempio giovedì 11 ottobre, in base alle rilevazioni di SMS Consumatori-Ismea le zucchine sono state vendute dal produttore a 53 centesimi al chilo e arrivano sui banchi di vendita mediamente a 2,25 euro”.

“L’inflazione pesa anche per i produttori agricoli che – conclude Confagricoltura – devono vendere, ad esempio 2,5 chili di zucchine per potersi pagare un caffè al bar; è difficile far quadrare i conti aziendali quando ci si trova con quotazioni non remunerative, aumenti dei costi (+3,1% secondo le rilevazioni Ismea), a partire da quello del gasolio (+21,7% secondo dati Istat sull’inflazione a settembre) ed un pesante carico fiscale e burocratico. Serve l’impegno condiviso di tutta la filiera per salvaguardare e rilanciare l’agroalimentare”.

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE