“SNOW WHITE PEAR”, LA PERA CINESE BIOLOGICA DA 6 EURO AL CHILO SBARCA IN EUROPA

Condividi

Si chiama Snow White Pear, che in italiano sarebbe un po’ come “Pera Biancaneve”. E le sue proprietà hanno davvero qualcosa di fiabesco dal momento che già sul mercato cinese, dove è in vendita da un anno, riesce a spuntare un prezzo finale di sei euro al chilo. Una cifra esorbitante tanto più se si considera che ogni frutto pesa dai 200 ai 500 grammi- Ha anche una shelf-life importante che può arrivare fino agli 8 mesi, quasi quattro mesi di più rispetto alla media, e ha un’elevata resistenza all’ossidazione.

Snow White Pear arriva dalla Cina, è una varietà brevettata l’anno scorso dalla Qingdao O’Natur Bio-Tech Co. Ltd, società del gruppo statunitense Activa group che ha scelto la piattaforma di Fruit Logistica per il lancio ufficiale sul mercato europeo.

“La vendiamo in Cina già da un anno – precisa Field Nie (nella foto), general manager dell’azienda, presente alla fiera Berlinese con un proprio stand – anche attraverso i canali di vendita online come Alibaba. È un prodotto destinato ad un segmento di mercato elevato ed ha un prezzo medio di circa sei euro al chilo. La proponiamo in confezioni di plastica trasparente da due e da quattro frutti all’interno dei quali il prodotto è avvolto da una retina protettiva”.

Snow White Pear è una pera biologica e certificata Global Gap. Ha un aspetto che la fa rassomigliare molto di più ad un pompelmo o ad un grosso agrume che non ad una pera. È molto croccante al morso ed un livello zuccherino che oscilla tra i 13 e i 15 gradi Brix. La sua stagionalità parte da settembre e arriva fino ad aprile dell’anno successivo. La Qingdao O’Natur Bio-Tech conta di aprire il mercato europeo anche grazie alla lunga shelf-life e alla resistenza all’ossidazione, qualità che la rendono facilmente commercializzabile anche dopo lunghi trasporti via mare.

Non ostano neanche le normative comunitarie relative all’import dal momento che, ci spiega Simona Rubbi, responsabile legislazione e progettazione del Cso, Centro Servizi Ortofrutticoli “la direttiva numero 2029, che attualmente è in fase di revisione, prevede che tutti i prodotti che non sono espressamente vietati, possono essere importati in Europa. Viceversa, in Cina, noi possiamo esportare solo quei prodotti che sono espressamente autorizzati. Questo ci obbliga a concludere un accordo bilaterale per ogni singolo prodotto ortofrutticolo che vogliamo esportare”.

La direttiva in questione, però, è attualmente oggetto di revisione da parte delle autorità competenti dell’Unione. Si lavora, infatti, per restringere gli standard qualitativi ed i controlli alle frontiere, al fine di rafforzare le difese nella lotta alle fito-patologie legate al’import di prodotti provenienti dai paesi terzi.

Mariangela Latella

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE