SIMPOSIO SULLA FRAGOLA: “SERVE IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA QUALITÀ E PREZZO”

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Anteprima di Macfrut all’insegna della fragola con il prestigioso “International Strawberry meeting” che nella giornata di martedì 25 settembre ha riunito in Sala Europa esperti e studiosi di tutto il mondo per confrontarsi sul tema della fragolicoltura e fare il punto sugli andamenti di mercato, ma anche sulle novità e le difficoltà di tutto il processo produttivo.

Dai momenti che precedono la raccolta sino alla vendita del prodotto finito. Strutturato in due momenti distinti, il simposio nella mattinata ha dato spazio ai protagonisti europei della grande distribuzione organizzata, mentre nel pomeriggio esperti dei paesi in cui la produzione di fragole è principalmente affermata. La difficoltà di trovare il giusto equilibrio tra qualità e prezzo, la consapevolezza di avere a che fare con un consumatore sempre più attento a come e quanto spende, quindi sempre più esigente in materia di caratteristiche organolettiche e qualitative del prodotto, sono elementi che accomunano le diverse esperienze europee chiamate a confrontarsi nella mattinata di martedì.

Anticipata dall’intervento del prof. Carlos Crisosto (Uc Davis, California) che ha illustrato le novità in materia di tecnologie ed esperienze post-harvest, la tavola rotonda, moderata da Roberto Della Casa, docente dell’Università di Bologna, ha visto i protagonisti confrontarsi su alcune delle criticità nel commercio della fragola, che sempre più necessita di garanzie dal punto di vista delle quantità, a cui solitamente si risponde con diversificando le varietà con conseguente allungamento del periodo di commerciabilità del prodotto.

Così mentre Stephen Dallman (Total Wordfresh, UK) racconta della necessità di commercializzare un frutto che sia più dolce e quindi più in linea con le aspettative del consumatore, Jan Engelen (Veiling Hoogstraten, Belgio) e Gordan Tolevski (Edeka, Germania), sottolineano, nei rispettivi interventi come la vera sfida consista nell’adattarsi ai bisogni di un consumatore che, da un lato, si fa sempre più attento, la cui vita, dall’altro lato, si fa sempre più complicata e che ha quindi sempre meno tempo per mangiare. Le quantità consumate diminuiscono e assumono sempre più le sembianze dello snack.

Portabandiera della gdo italiana è Alessandro Giannetti di Coop Italia, che ha sostenuto: "Il mercato della fragola cresce di un 3-4% all’anno in termini di quantità, ma perché questo avvenisse è stato fondamentale porsi come obbiettivi prioritari salubrità e gusto del prodotto, ma anche ripensare il packaging al fine di garantire al consumatore la possibilità di mantenere intatto il prodotto nel tragitto punto vendita-casa".

Nel caso di Coop si ha a che fare quasi esclusivamente con prodotto italiano "ricorriamo a fragole di importazione, solitamente dalla Spagna, solo per far fronte ai picchi di offerta" conclude Giannetti. Dal confronto con la GDO è emersa la necessità di trovare formule di mercato in grado di premiare le produzioni di qualità, a discapito di chi si cura solo della quantità. Un tentativo di rende riconoscibile la qualità attraverso l’utilizzo di un brand è quella dei Solarelli, linea di qualità di Apofruit, raccontata da Walter Buccella. L’incontro tra le due realtà ha messo in luce come da un lato ci siano consumatori sempre più attenti a come spendono i propri soldi e a quello che mangiano, che diventano sempre più esigenti sulle qualità del prodotto che portano a casa e sempre più “affamati” di informazioni sull’offerta che trovano nei supermercati, così come all’altra estremità della filiera si consolida un bagaglio di conoscenze e tecnologie che di anno in anno migliora il prodotto.

Manca, come ha sottolineato nel suo intervento Walther Faedi, un meccanismo in grado di valorizzare i virtuosi della produzione, che ha suggerito: "se la barbabietola viene pagata sulla base del grado zuccherino, non si può pensare ad un metodo equivalente per valorizzare le fragole qualitativamente superiori?".

Le relazioni pomeridiane hanno contribuito ha fare una panoramica dello stato dell’arte della coltivazione della fragola che pur crescendo a livello mondiale, rimane stabile in Europa e in calo in Italia, seppur con qualche segnale di ripresa. Su tutti i paesi coinvolti, la Cina emerge per la capacità nell’incrementare la propria produzione, sino ad affermarsi, negli ultimi anni, tra i principale paesi produttori ed esportatori di fragole nel mondo, con una produzione che nel 2010 ammontava a 2 milioni di tonnelate. E se sul panorama mondiale la leadership rimane agli Stati Uniti, in Europa è la Spagna il principale produttore, con un fatturato che nella stagione 2011/2012 ammonta a 404,10 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto alla stagione precedente. Segue nella classifica la Turchia.

La produzione italiana diminuita negli ultimi dieci anni del 15% e del 41% negli ultimi venti, comincia a mostrare qualche segno di ripresa (+4%). A registrare gli incrementi più significativi sono due importanti aree produttive: il metapontino e l’agro-versano in Campania. Il confronto tra esperienze diverse ha messo in evidenza come sia sempre più diffusa la tendenza ad orientarsi verso tecniche di coltivazione che privilegiano sempre più tecniche non in campo, sotto serra o tunnel, sebbene sia ancora ampiamente diffusa la tecnica a tutto campo.

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