KIWI, IL CILE RIDUCE L’EXPORT VERSO L’EUROPA, CRESCE L’ASIA

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Mercati ormai saturi, maggiore concorrenza e una finestra commerciale più breve in Europa. Sono questi i fattori che hanno portato Carlos Cruzat (nella foto), presidente del Comitato cileno del kiwi, a definire il 2016 come “anno difficile” per il comparto locale, spiegandone e analizzandone le ragioni in una lunga riflessione pubblicata sul sito ufficiale del Comitè del Kiwi.

E poiché – come in tutte le cose – anche dalle esperienze negative si possono trarre insegnamenti, Cruzat sottolinea come l’anno appena conclusosi abbia comunque lasciato un’eredità importante. Si riferisce alla necessità per l’intero settore di fare un passo indietro e potenziare tutto ciò che è stato fatto durante gli otto anni di vita del Comitato. In altre parole, investire nell’ammodernamento degli impianti di produzione, mettendo in pratica i risultati delle attività di Ricerca e Sviluppo condotte, e migliorarne così la produttività quantitativa e qualitativa.

Si tratta di una esigenza sorta dopo che il surplus produttivo registrato in Europa ha provocato una condizione di eccesso di offerta sui mercati e maggiori stock nei magazzini, smaltiti con tempi più dilatati rispetto alla norma. Una situazione che ha costretto gli operatori cileni a cercare nuovi paesi di destinazione, dove si sono comunque trovati a competere con kiwi provenienti dall’Emisfero Nord. Tutto ciò, unito alla volatilità dei tassi di cambio, ha portato ad un profondo cambiamento del quadro commerciale. “I volumi di kiwi spediti in Europa nel 2016 hanno subito una significativa riduzione rispetto agli anni precedenti – spiega Cruzat –. Il Vecchio Continente ha infatti assorbito solo il 37% del totale delle esportazioni del nostro Paese”. In riferimento al mercato americano, invece, il presidente sottolinea come si tratti del più forte in questo momento per il kiwi cileno con il 44% dell’export assorbito. Un mercato dunque da “non mollare” mantenendo al contempo l’attenzione alta anche sull’Asia, cresciuta complessivamente dell’84% anno su anno.

“La Cina – dichiara –  ha un gran appetito per i kiwi. Le spedizioni verso questo Paese sono aumentate del 157%, raggiungendo quasi i 27 milioni di tonnellate”. Anche l’India rappresenta un mercato interessante; “con un +257% dei kiwi acquistati, i volumi inviati sono passati da 843 a 3 milioni di tons”. Essendo però, quello asiatico, un mercato molto esigente dal punto di vista della qualità richiesta, “migliorare le caratteristiche organolettiche e non solo della nostra produzione diventa per noi un imperativo per restare competitivi”, conclude Cruzat.

Chiara Brandi

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