IL GELO METTE IN GINOCCHIO IL COMPARTO AGRUMI, SUL TARDIVO INCOMBONO SPAGNA E NORD AFRICA

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Comparto agrumi del Sud Italia in ginocchio. Tra i cinquanta e gli ottantamila quintali di agrumi calabresi rischiano di essere gettati al macero, la Puglia ha perso una gran parte del proprio raccolto a causa del gelo mentre la Sicilia, quest’anno, a causa della ‘Tristeza’ ha subito un calo dei volumi del 75%.

È l’altra faccia della medaglia di questo inverno dal clima bizzarro che ha visto il sud sommerso dalla neve e bloccato dal gelo ed il nord completamente all’asciutto.

Se per gli ortaggi prodotti nelle regioni meridionali questo ha comportato un’impennata dei prezzi (sostanzialmente per mancanza di prodotto) con picchi delle quotazioni superiori anche del 200% rispetto al solito (secondo Coldiretti), la situazione degli agrumi è ai limiti del drammatico soprattutto per le varietà tardive che arrivano sul mercato in questi primi giorni di gennaio (anziché a cavallo tra gennaio e febbraio) entrando in concorrenza con l’eccesso di prodotto proveniente dai Paesi competitor come Spagna, innanzitutto, e Nord Africa ancora presente sugli scaffali.

Per avere una misura dello stato di ‘ingolfamento’, basti pensare la sola Tunisia quest’anno ha registrato un’annata record con volumi in aumento del 20% rispetto all’anno scorso.

Di fronte ad una situazione del genere saltano le programmazioni tra produttori e Gdo vuoi per la mancanza di prodotto come nel caso dei coltivatori di arance pugliesi e siciliane, oppure per l’anticipo di stagione delle varietà tardive calabresi.

“La speranza ad oggi – spiega un produttore calabrese – è collocare il nostro prodotto Italiano e di qualità in maniera ottimale e soprattutto prima che vengano aperti i mercati della Spagna e dei Paesi del Nord-Africa che sono molto competitivi soprattutto sui costi della logistica”.

Basti pensare che la differenza di costo con il prodotto Spagnolo è sempre di 0,10/0,12 euro al chilo anche in virtù del fatto che, per paradosso, costa meno trasportare una tonnellata di prodotto da Barcellona a Milano che dalla Sicilia a Milano. Sicché anche la strada dell’export, con questo quadro di prezzi, aggravato dalla situazione contingente data dalla neve sulle strade, non rappresenta più una soluzione conveniente.

È dunque allarme rosso per i produttori, che non solo rischiano di perdere il prodotto a causa delle avverse condizioni climatiche, ma temono di dovere mandare al macero l’intero raccolto, se non si trova velocemente una soluzione facendo quadrato con GDO e istituzioni a tutela del prodotto italiano di qualità.

Mariangela Latella

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