FERRARA, CALDERONI: “SICCITÀ PEGGIO DEL TERREMOTO, DANNI QUASI DOPPI”

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"La siccità per l’agricoltura nella nostra provincia è un secondo terremoto. Se per il sisma sono stati stimati 150 milioni di euro di danni, la siccità ha prodotto danni per un valore di 250 milioni di euro. Nel giro di quattro mesi la nostra realtà ha dovuto subire danni per 400 milioni di euro". A parlare è l’assessore provinciale all’agricoltura di Ferrara Stefano Calderoni (nella foto)

"Siamo in presenza di una situazione di eccezionale gravità – ha detto Calderoni, come riporta La Nuova Ferrara – e senza interventi strutturali da parte di Governo e Regione molte aziende agricole chiuderanno poiché non sarà più possibile la gestione aziendale".

L’assenza pressoché totale di piogge ha caratterizzato l’anno: "Il deficit idrico – ha analizzato Calderoni – è il più grave degli ultimi 60 anni almeno: 330 millimetri in un anno con il picco minimo di 160 nell’argentano sono una desertificazione territoriale che ha portato danni alle colture che più o meno sono state colpite tutte. Dal grano duro e tenero che hanno avuto una riduzione rilevante al mais che è tra quelle più colpite in assoluto. E’ andato perso circa il 55% del prodotto con punte anche più alte in cui sono stati prodotti 6/7 quintali per ettaro, quantitativi che non consentono nemmeno la copertura delle spese di mietitura". Anche gli alberi da frutto hanno subito gli effetti degli sbalzi termici con produzioni scarse, di piccola pezzatura e di scarsa qualità. E il tutto crea gravi problemi anche all’indotto con danni per manodopera, maestranze e lavoratori stagionali che non sono nelle condizioni di potere lavorare. «In 30 anni che mi occupo di avversità atmosferiche – analizza Benetti – una situazione di questa gravità non si era mai verificata: siamo ben oltre i dati fatti registrare nel caldo 2003. Detto del mais, anche la soia è in forte difficoltà con un valore sul 50% del danno; segno meno deciso anche per le orticole come cocomero, meloni e pomodori. Sulle pere purtroppo gli sbalzi termici di primavera e le ondate di caldo hanno fatto sì che diverse colture hanno la foglia già secca. Al momento fanno registrare minori danni il riso e la vite ma è ancora presto per il loro bilancio definitivo".

"Abbiamo riunito la Consulta Agricola Provinciale – riprende Calderoni -: è un evento eccezionale e quindi riteniamo che non vada affrontato con strumenti ordinari ma straordinari. Siccità e sbalzi termici sono fenomeni per i quali non si può richiedere lo stato di calamità poiché sono eventi per cui ci si può assicurare. Ma noi riteniamo che questo non sia un evento ordinario e chiediamo una deroga al Piano assicurativo nazionale come avvenuto per la nevicata in Romagna. Servono risorse straordinarie che il Governo deve mettere in campo e parliamo di decine di milioni di euro visto il quadro di grave difficoltà. Se questo non sarà possibile chiediamo che venga attuato un decreto legislativo "ad hoc", come avvenuto per il terremoto, che dia risposte chiare e risorse in tempi celeri".

"Il mondo agricolo non si piange addosso – chiude Calderoni – ma assieme a progetti che meritano di essere approfonditi, come la bacinizzazione del Po, ora la priorità assoluta è reperire risorse per le aziende. Occorre fare ogni tipo di sforzo per garantirne la sopravvivenza».

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