Il presidente di Sierra Exportadora Alfonso Velásquez (nella foto) ha dichiarato che nel 2016 il Perù raggiungerà le 20 mila tonnellate di mirtilli, cifra doppia rispetto al 2015. La crescita è dovuta all’incremento degli ettari e delle aziende che hanno deciso di investire nella coltura. Nel 2014 il Perù contava su 1.900 ettari a mirtillo, nel 2015 su 2.500 ettari e conta di arrivare quest’anno a 3.200 ettari. Interessante è che le produzioni si stanno sviluppando in aree diverse del Paese e lontane tra loro con beneficio dell’offerta che si allarga da settembre ai mesi di ottobre e novembre. Sierra Exportadora, organismo governativo a supporto delle produzioni andine, si sta impegnando nel miglioramento genetico del mirtillo peruviano, che conta oggi sulla varietà Biloxi, al fine di ottimizzare la produttività e avvicinare alla coltura, anche attraverso un programma di assistenza tecnica, i piccoli produttori.
La regione a più alta produzione è La Libertad, altre aree produttive sono Lambayeque, Ica, Lima, Áncash e Cajamarca.
La coltura conta in Perù su un colosso produttivo e commerciale, il Gruppo Camposol, che da solo produrrà quest’anno 13 mila tonnellate di mirtilli esportandone 5 mila, il 160% in più del 2015. Camposol conterà presto su 1.600 ettari a mirtillo rispetto ai mille dello scorso anno. Gli ettari potranno essere 2.000 nel 2017. Il mercato più importante per Camposol è l’Unione Europea, che assorbe il 65% dell’export di mirtilli ma crescono le esportazioni verso i Paesi asiatici.
Camposol è il primo produttore al mondo di avocado e il maggior esportatore peruviano di asparagi. Produce anche mango, uva da tavola, peperoni, carciofi, mandarini che esporta in Europa, Stati Uniti e Asia. Nel rank delle aziende ortofrutticole peruviane occupa con largo margine la prima posizione.