Una violenta grandinata abbattutasi nel Mantovano la scorsa settimana, nella notte tra il 18 e 19 agosto, ha provocato danni ingenti a diverse varietà di frutta, in particolare mele, pere, kiwi, uva, meloni, angurie, susine, oltre a ortaggi in produzione, come il pomodoro. La fascia più colpita va da San Siro nel Comune di San Benedetto e arriva a San Giacomo delle Segnate, passando per Santa Lucia e San Rocco. Il lavoro di un anno bruciato in una notte dove è piovuta tanta acqua quanto in un mese intero mentre i chicchi di grandine grossi come noci hanno devastato ettari di coltivazioni al loro passaggio. Un autentico disastro che sta portando alla consueta triste conta dei danni.
“La situazione è pesantissima – confermano alla Coldiretti –. Decine di milioni di danni. La stima la stiamo completando. Ma l’esperienza ci dice purtroppo che non ci sbagliamo: il conto sarà salatissimo”. Il motivo è presto detto. La grandine ha colpito in una delle zone dove l’agricoltura è di pregio: mais e fieno per le produzioni di formaggio Doc Parmigiano Reggiano, frutta di qualità e valore, come la pera Igp Basso Mantovano, le mele, i kiwi. In alcuni campi le produzioni sono perse al 100%. Il rimborso assicurativo non copre mai il titolare dei costi di produzione e del ricavo. Ci si deve accontentare. Ma con il passare degli anni, il rischio aumenta”.
Il settore più penalizzato è quello della frutta. Lo testimonia il direttore della Corma, la cooperativa di produttori con sede a San Giovanni del Dosso, che unisce circa 150 aziende agricole ed una superficie di 330 ettari con una produzione annua di 8.500 tonnellate. “La grandine colpisce a fasce – dice il direttore Gabriele Marchini intervistato dalla Gazzetta di Mantova –, ma se avesse studiato a tavolino come farci più danno non ci sarebbe riuscita. Sono state colpite proprio le zone di produzione della pera Igp. Frutta pronta per la raccolta e che sarà da gettare. Stiamo parlando di aziende che hanno avuto il 100% di danni”. Stime? “Al momento risultano danneggiati 25mila quintali di pere nella zona più pregiata: Quingentole, San Giacomo, Schivenoglia e San Giovanni. Stiamo parlando di un fatturato di 2 milioni e mezzo di euro. E non è finita, perché molte piante sono state “pelate” e hanno perso le gemme e l’anno prossimo non produrranno”.
Se è vero che la maggior parte dei produttori è assicurata, il mancato fatturato inciderà sui bilanci delle cooperative, i cui costi fissi restano portando a minor utile. “Purtroppo è così – dice il presidente di Sicopom Quistello, 90 ettari di pere e 15mila quintali di prodotto anno –, questa grandinata ci ha fatto perdere il 20% del prodotto, 3mila quintali per un fatturato di 250mila euro in meno. Chi non è stato danneggiato si vedrà aumentare comunque le spese consortili. Il problema è che il prezzo lo fa la grande distribuzione e una grandinata atterra i nostri produttori, però non sposta nulla a livello nazionale. Abbiamo aderito al Consorzio Opera fra produttori ortofrutticoli e come noi il 30% dei produttori pere, ma nemmeno quello riesce a scalfire i colossi”. (fonte: Gazzetta di Mantova)