LOGISTICA INGOLFATA, BRESAOLA (CONFETRA NORD EST): “OPERATORI COSTRETTI A PRESENTARE 77 DOCUMENTI IN DOGANA”

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Inutile pensare a porti d’altura, sviluppare nuova progettualità nel campo della logistica e dei trasporti e coltivare il sogno di un "Nordest porta d’Europa". "Se non si semplifica la burocrazia che affligge il nostro sistema è inutile fare nuove infrastrutture". Non lo sostiene un ambientalista ma Giulio Bresaola, presidente Confetra Nord Est.

Confetra è l’associazione di riferimento delle imprese di trasporto, spedizione e della logistica. "Non è più possibile tacere di fronte alla situazione che viviamo ogni giorno, la lentezza burocratica limita la nostra competitività e di conseguenza quelle delle imprese che affidano a noi le loro merci soprattutto per le operazioni di import-export".

La traduzione concreta dell’allarme lanciato da Confetra è disarmante perché nel Triveneto a trazione export la prassi è che operazioni di sdoganamento merci, nell’agroalimentare, possano arrivare a vedere gli operatori della filiera logistica costretti a presentare fino a 77 documenti diversi a 17 enti differenti. "In Olanda ci hanno costruito una pubblicità su questo per acquisire traffici", spiega Bresaola. Un caso? Non proprio. Le dogane non lavorano a turno continuo sulle 24 ore, come avviene all’estero, ma gli sportelli chiudono alle 18; i diritti doganali devono essere pagati solo con assegni circolari che vanno consegnati a mano in ogni singolo ufficio che ha seguito le operazioni.

"Nel resto dei porti europei i tempi di transito delle merci sono molto, ma molto più rapidi" riflette amaro il presidente di Confetra Nord Est. "Il risultato è che le merci provenienti dal Far East destinate al nord Italia passano attraverso i porti di Anversa e Rotterdam, pur a fronte di quattro giorni di navigazione in più rispetto a un porto italiano. Eppure le merci che passano dal Nord Europa giungono prima, spesso a costi minori e con la certezza del tempo di transito rispetto a quelle che scelgono gli scali nazionali.

"È ora di dire basta. Abbiamo aspettato troppo tempo, quasi sette anni, lo sportello unico doganale, che doveva essere attivato entro il 27 luglio dello scorso anno, ma del quale non c’è traccia". Eppure nelle dogane del Nordest gli addetti, se parametrati alla popolazione residente, sono tre volte di più rispetto a quelli che svolgono lo stesso mestiere in Olanda. A Portogruaro ci sono problemi di collegamento telematici con le Dogane, il sistema di questa amministrazione è incompatibile con quello della sanità marittima.

"Ci sono dogane che funzionano meglio, come quella di Verona grazie all’impegno del direttore Nicola Altamura, altre, come a Venezia, dove a distanza di un anno non è ancora stato nominato il nuovo direttore ma c’è un facente funzioni".

Non ci si può stupire se i traffici si spostano su Capodistria o sull’Olanda. Bresaola, in un recente confronto con la Regione, ha chiesto all’amministrazione guidata da Luca Zaia di attivarsi per diventare regione pilota sullo sportello unico doganale. "Servono risposte subito" analizza, "il Veneto può chiedere alle Dogane di spostare i controlli al retroporto di destinazione finale. Se della merce arriva via nave a Venezia ma poi deve essere portata a Verona, sarebbe utile poter sdoganare al Quadrante Europa. Questo potrebbe già contribuire a uno snellimento dei tempi".

(fonte: Il mattino di Padova)

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