POLO ORTOFRUTTICOLO VENETO A VERONA, OPERATORI SCETTICI: “COINVOLGERE L’INTERA FILIERA”

Condividi

È Verona la capitale veneta del settore ortofrutticolo: il primato gliel´ha assegnato la Giunta regionale che martedì, creando uno specifico gruppo di lavoro, ha messo il primo mattone dei poli per i settori orticolofrutticolo e vitivinicolo. L´assessore regionale all´Agricoltura del Veneto Franco Manzato la sua idea l´aveva anticipata, proprio a Verona, venti giorni fa (leggi news).

All´assemblea provinciale di Confagricoltura aveva affermato che nella città scaligera sarebbe nato il polo regionale dell’ortofrutta: ora, come si legge su L’Arena, con la nomina della sestina composta da dirigenti regionali che per sei mesi lavorerà coordinata dal dirigente della Direzione competitività sistemi agroalimentari, lo sviluppo dell´innovazione nel comparto agricolo veneto pare fare un importante passo avanti.

A Verona, città che si vede riconoscere l´indiscusso primato in termini di produzione, controvalore e qualità di prodotto (ruolo da leader in un Veneto che produce 10,5 milioni di quintali e rappresenta il 20% dell´intera produzione agricola veneta) la notizia lascia tiepidi gli operatori della filiera. I produttori dell´ortofrutta non nascondono di sentirsi da anni la Cenerentola dei comparti veneti: la crisi la masticano tutti i giorni, basta pensare alle pesche e nettarine regalate l´estate scorsa per capire di che si parla, e fanno capire di poter credere nel polo solo a condizione che le imprese abbiano voce.

"Mi auguro che venga coinvolta l´intera filiera e tutta la produzione agricola, non solo il comparto organizzato", esordisce Danila Bragantini (nella foto qui a fianco), imprenditrice scaligera che è presidente di Fruitimprese Veneto e vice presidente di Fruitimprese nazionale. Poi spiega: "Credo che il polo avrà senso se saprà prestare attenzione alle produzioni in generale e non solo alle Dop o alle Igp che hanno sì numeri importanti ma poco volume".

Non fa pollice verso, ma è difficile non cogliere il suo scetticismo: si scioglierà solo "se sarà un tavolo sinergico con le realtà operative ed i mercati per raggiungere il consumatore". Il meglio tardi che mai sta sullo sfondo: lei si limita a dire che «il settore ne ha da tempo estremamente bisogno, e da tempo non ci si interessa dell´intera filiera produttiva".

Primo Anselmi (nella foto qui a fianco), che guida Apo Scaligera, una delle principali Op del Nord Est che ha sede a Santa Maria di Zevio (Verona), chiude l´argomento in qualche secondo: "Non voglio dire nulla. La proposta l´abbiamo fatta noi a gennaio: speriamo che vada". Eppure il polo nasce per "costruire una stretta interazione tra il mondo della ricerca, dell´impresa e della pubblica amministrazione", spiega Manzato, "per creare sinergie che favoriscano una maggiore efficienza del sistema".

Ricerca e innovazione sono le parole d´ordine attorno a cui i sei “saggi” più uno dovranno, nei prossimi sei mesi, arrivare alla proposta concreta per l´istituzione operativa del Polo scaligero dell´ortofrutta e di quello trevigiano del vitivinicolo. La migliore allocazione del Polo sarà una conseguenza diretta della proposta che sarà portata avanti su sicurezza alimentare, qualità e certificazione, prodotti funzionali e salutistici, agricoltura conservativa e bio, risparmio idrico e cambiamento climatico, crescita intelligente e green economy.

Confagricoltura era stata la prima a scoprire l´idea del polo: "Speriamo non si tratti dell´ennesimo carrozzone", aveva detto il presidente veronese Marco Pasetto. "L´innovazione potrebbe essere la chiave di volta per farci uscire dallo stallo, ma servono capitoli di ricerca sulle principali coltivazioni del Veneto, in particolare quelle frutticole". Damiano Berzacola, presidente di Coldiretti Verona, gira la palla a Coldiretti Veneto: "Vocazione del territorio e alta capacità imprenditoriale degli operatori candidano giustamente Verona a sede strategica del polo tecnologico ortofrutticolo. Puntiamo al protagonismo degli agricoltori per lo studio di politiche di filiera che uniscano ricerca e innovazione per lo sviluppo del comparto: il contributo reale delle aziende agricole va portato sul tavolo perchè senza di loro non si potrebbe parlare nemmeno di distretto". (fonte: L’Arena)

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE