Dalla notte al giorno. Lo spostamento dell’orario di lavoro dei centri agroalimentari e Mercati all’ingrosso è stato il tema al centro del dibattito del convegno organizzato questa mattina a Roma da Fedagromercati-Confcommercio, l’associazione che raggruppa 21 mercati all’ingrosso di rilevanza nazionale. La proposta, avanzata dal presidente, Valentino Di Pisa, all’incontro organizzato nella sede di Confcommercio, “si basa sulla necessità di far lavorare i centri agroalimentari e i mercati all’ingrosso di giorno, poiché il passaggio dall’orario di lavoro notturno al diurno, nonostante si tratti di un processo lungo e complesso, prevede indubbi vantaggi per la categoria e per l’intera filiera”, ha spiegato Di Pisa che ha portato un esempio pratico (come si legge sull’agenzia RadioCor): “l’abbattimento dei costi del notturno per gli imprenditori grossisti, che a sua volta si riflette sul prezzo finale dei prodotti ortofrutticoli che arrivano sulla tavola dei consumatori”.
Più nello specifico il cambio di orario secondo Di Pisa “significherebbe ottenere prodotti freschi più controllati, e quindi maggiore qualità, ma anche, con ogni probabilità, con prezzi inferiori. Anche se per essere realizzato, questo progetto, ha bisogno della condivisione di tutti gli attori del settore”. Le imprese associate a Fedagromercati sono 500, con 4.530 operatori impiegati. Il 20% delle aziende ha relazioni commerciali con clienti esteri. Per quanto riguarda la tipologia, il 75% svolge attività di grossisti, il restante 25% offre anche servizi aggiuntivi, rifornendo ristoranti, scuole e catering. Tutti, in ogni caso, “svolgono una funzione di raccordo e coordinamento all’interno della filiera agroalimentare italiana, troppe volte frammentata, con l’obiettivo di valorizzare i diversi settori produttivi sul territorio e il made in Italy all’estero”.
Per Fedagro il modello da seguire è quello del Car, Centro agroalimentare di Roma, l’unico mercato di distribuzione cittadino italiano già passato completamente all’orario diurno.