LIBERALIZZAZIONI, CIA: “BENE LA DISCIPLINA SULLE RELAZIONI COMMERCIALI”

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D’accordo sulla nuova disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione dei prodotti agricoli e agroalimentari, ma qualche perplessità sugli affitti dei terreni demaniali ai giovani agricoltori. Così si è espressa la Cia-Confederazione italiana in merito alle modifiche apportate al Senato al decreto legge sulle liberalizzazioni (leggi news).

La Cia ha sempre sostenuto che è necessario migliorare i rapporti tra mondo produttivo agricolo e Grande distribuzione organizzata, rendendo più trasparenti i meccanismi di formazione dei prezzi, accelerare i pagamenti, evitare speculazioni ed eccesso di posizione dominante. Il provvedimento predisposto dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania (che ha svolto un lavoro positivo) e contenuto nel decreto sulle liberalizzazioni – afferma la Cia – recepisce, nonostante le modifiche apportate nella discussione parlamentare, alcuni elementi della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla Confederazione.

E’, infatti, importante che ci sia una maggiore trasparenza dei rapporti all’interno della filiera, come l’obbligo della forma scritta per i contratti di cessione di beni agricoli e alimentari, il divieto di comportamenti sleali e l’accelerazione dei termini di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli. D’altronde, i principi guida della proposta di legge d’iniziativa popolare – rimarca la Cia – riguardano la centralità del produttore agricolo e del consumatore, la libertà contrattuale, la correttezza nelle relazioni, la legalità e la responsabilità sociale; l’equa ripartizione del valore lungo l’intera filiera agroalimentare.

"Con la proposta di legge, insomma, vogliamo dare risposte serie e puntuali, rafforzando il ruolo dell’agricoltura e venendo incontro alle nuove esigenze dei cittadini. E la misura predisposta dal ministro Catania va in questa direzione. La Cia, invece, evidenzia qualche perplessità per quello che concerne la possibilità di affitto dei terreni agricoli di proprietà del demanio, anche se non mostra netta contrarietà alla misura. Ribadisce, tuttavia, che la vendita rappresenta un’opportunità significativa per i giovani purché si rispettino tre condizioni fondamentali: la destinazione agricola per contrastare l’assalto della speculazione, la trasparenza nell’assegnazione per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata, privilegiare, appunto, i giovani agricoltori che possono così costruire un futuro imprenditoriale. Elementi contenuti nel provvedimento predisposto dal ministro Catania".

"Per la Cia l’affitto non è, dunque, una soluzione efficace, anche perché, in alcuni casi, potrebbe far venire meno la possibilità al giovane di acquistare il “bene terra” sul quale poter progettare il futuro. A ciò si deve aggiungere che questi terreni del demanio (circa 350 mila ettari) in tutti questi anni hanno vissuto nel completo abbandono e non ne è stato fatto alcun uso agricolo. E, quindi, se l’operazione della vendita sarà condotta con rigore, può dare un duplice rilevante effetto: assicurare proprietà, produzione e reddito all’agricoltore e contribuire alla difesa e al riassetto del territorio".

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