KIWI, PIEMONTE: CON IL GRANDE FREDDO MASSIMA ALLERTA SULLA BATTERIOSI

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Il Piemonte è molto preoccupato per il grande freddo delle scorse settimane che potrebbe aver compromesso completamente i raccolti di kiwi, ma tiene sempre alta l’attenzione sulla batteriosi che sta distruggendo gli actinidieti di tutto il mondo e che rischia di allargarsi a macchia d’olio anche nel saluzzese. L’allerta è massima.

Per questo il lavoro di ricerca procede intensamente ed uno dei punti di coordinamento è a Manta, al Centro Ricerche per la Frutticoltura del CReSO, come conferma al Corriere di Saluzzo Graziano Vittone (nella foto), responsabile della sezione tecnica colturale.

“Pur mancando – spiega Vittone – al momento un coordinamento ufficiale a livello nazionale, esiste un collegamento continuo fra tutte le strutture di ricerca, per esser informati costantemente sulle possibili soluzioni e sulla direzione cui tende la ricerca a livello mondiale. Al momento però purtroppo nessuno fra i ricercatori ‘veri’ ha approntato un rimedio veramente definitivo alla batteriosi. Qualche spiraglio comincia ad intravedersi, c’è una maggior conoscenza sulla biologia del batterio, dei suoi punti deboli, delle condizioni ambientali più favorevoli e delle specie di actinidia più sensibili”.
Ma le recenti gelate potranno incidere sulla diffusione della batteriosi? “É assodato – prosegue Vittone – che le principali vie di penetrazione del batterio sono rappresentate dalle ferite da potatura, dalla grandine e dal gelo. In quest’ultimo caso le spaccature della corteccia o anche solo microlesioni originate da accentuati abbassamenti termici, come quelli dei giorni scorsi, costituiscono nuove vie d’accesso per il batterio”.

In ogni caso è molto difficile fare previsioni. “La forte grandinata del luglio scorso già aveva creato le condizioni per la diffusione della batteriosi; l’estate e l’autunno eccezionalmente asciutti e miti sono invece condizioni che l’avrebbero frenata. La recente ondata di gelo ha rimesso tutto in gioco e quindi non possiamo nutrire troppo ottimismo”, sottolinea il ricercatore del CReSO. (fonte: Il Corriere di Saluzzo)

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