Dopo i casi del latte e delle uova contaminati a Brescia arriva pure lo scandalo de radicchio alla diossina, in particolare nelle aree di San Polo e San Bartolomeo. Dalle indagini svolte dall’Asl su dieci orti privati, sei a San Polo e quattro a San Bartolomeo, sono stati infatti rilevati concentrazioni di diossine e pcb superiori ai nuovi limiti, voluti dalla Ue, in vigore dal 1 gennaio 2012.
Il caso più ecclatante è l’orto al civico 5 di via Salvadego, dove ogni grammo di radicchio contiene 0,183 picogrammi di inquinanti, quando il limite di legge è di 0,1. Lo riferisce il sito bresciatoday.it.
"Da molti anni – scrive nella sua relazione il responsabile dell’Igiene Pubblica dell’Asl di Brescia, il dottor Sergio Carasi, – le due acciaierie indicate in oggetto sono controllate dagli organismi preposti alla salubrità umana ed ambientale attraverso i controlli stabiliti dalla norma su addetti ed emissioni. Accanto a queste misurazioni dirette, si è rilevata la necessità di controllare anche una possibile esposizione indiretta della popolazione circostante gli stabilimenti tramite consumo di vegetali prodotti nelle zone di possibile ricaduta delle emissioni".