Piove sul bagnato sul comparto agrumicolo siciliano. Aurelio Pannitteri (nella foto), titolare dell’omonima impresa di Belpasso (Catania), non riesce a darsi pace dell’incredibile sequenza di problemi che si stanno registrando, uno dopo l’altro, in questi ultimi mesi, tra blocco dei tir, ceneri dell’Etna, grandinate. Un disastro.
Tutto è iniziato in estate, con mesi poco piovosi e con gli agrumeti carichi ma con frutti dai calibri medio-piccoli che ha compartato una conseguente riduzione del 50% del prodotto fresco.
A ciò si è aggiunto prima un forte rallentamento del lavoro delle industrie tra ottobre e dicembre e poi la grandine, che in due occasioni, durante lo scorso dicembre, ha colpito la zona del Catanese.
“Come non bastasse”, aggiunge sconsolato Pannitteri, “a inizio gennaio abbiamo assistito al fenomeno della cosiddetta “terra vulcanica”. Il misto di terriccio e ceneri eruttato dall’Etna che ha causato scottature sulle bucce delle arance. A peggiorare la situazione – sottolinea – ci hanno pensato le successive piogge che hanno fatto marcire le bucce e causato ingenti danni economici”.
Per i produttori locali purtroppo le brutte notizie non sono finite lì. “I 12 giorni di stop causati dal movimento dei Forconi ci ha causato la perdita di quasi due milioni di euro sul fatturato”, dichiara Pannitteri. In parte hanno influito anche le abbondanti nevicate del Centro e del Nord Italia che hanno reso molto difficoltose le consegne della merce.
“La cosa più grave è che si questi fenomeni si sono concentrati tutti in pochi mesi. Non abbiamo mai assistito a una situazione del genere”, ammette l’imprenditore catanese. “In tutto abbiamo registrato una perdita di almeno il 45% del prodotto, con oltre duemila tonnellate di frutta andate in fumo".
"Ciò che più ci rattrista e ci fa arrabbiare – sbotta Pannitteri – è la totale assenza delle Regione Sicilia che, in un momento così difficile, per non dire drammatico, ci ha letteralmente abbandonati”.
Emanuele Zanini
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