Quotazioni dell’ortofrutta in caduta libera al Car. Al Centro Agroalimentare di Roma i prezzi all’ingrosso di frutta e verdura sono diminuiti anche del 70% nel 2011. Secondo le rilevazioni post-natalizie, su 15 prodotti monitorati solo 3 sono rincarati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; tutti gli altri, invece, hanno prezzi mediamente inferiori.
“Anche prodotti tipicamente invernali e di qualità molto elevata come carciofi e cavolfiori – spiegano dal Car come riporta un articolo dell’Ansa – hanno subito un sensibile calo da un anno all’altro, soprattutto a causa di temperature invernali insolitamente calde che hanno determinato fenomeni di sovrapproduzione e moltiplicato le quantità disponibili sul mercato. La conseguenza – nella maggior parte dei casi – è stata una drastica riduzione dei prezzi”.
Le uniche eccezioni sono le arance Navel, le clementine e le melanzane che hanno registrato un aumento. Per il resto, il prezzo all’ingrosso del cavolfiore bianco è passato da 1,19 a 0,29 euro al chilo (-76%), la cicoria-catalogna da 1,90 a 0,55 (-71%), i finocchi da 1,50 a 0,45 (-70%), le pere Abate da 1,55 a 0,95 (-39%) e il carciofo della varietà Tema da 0,27 a 0,11.
“Nel complesso – spiega l’Amministratore Delegato della società di gestione del Car, Massimo Pallottini (nella foto) – nella definizione dei prezzi all’ingrosso della frutta e della verdura nella settimana post-natalizia hanno influito, decisivamente, il clima e la disponibilità quantitativa dei prodotti. Nei prezzi rilevati non sono stati ancora recepiti, viceversa, gli ultimi rincari dei costi di produzione in arrivo dalla benzina (con importazioni, trasporti, logistica e movimentazioni merci) né i recenti sovraccarichi fiscali sulle aziende. In qualche caso – prosegue Pallottini – è emersa una certa disaffezione all’acquisto dei prodotti ortofrutticoli tipici degli inverni romani (broccoli e cavoli di grande qualità) che potrebbe derivare da un’ulteriore contrazione della spesa alimentare delle famiglie, provocata dalla minore capacità di spesa degli italiani e riflessa proprio a danno dei consumi di prodotti freschi. O ancora, potrebbe essere il risultato dell’affermarsi di modelli di consumo alimentari nuovi, più sbrigativi ed incompatibili con lunghe operazioni di cernita, di pulizia e di preparazione in cucina”.
Comunque stiano le cose, il Presidente del Car spa Valter Giammaria ha le idee chiare: “I nostri manager stanno mettendo a punto con le associazioni dei consumatori un progetto di comunicazione per valorizzare al massimo la spesa alimentare di ‘fresco’ delle famiglie del Lazio tanto a livello di qualità nutrizionali e salutistiche quanto sul piano del valore e della convenienza economica dei prodotti. Al pericolo eventuale e per adesso soltanto ipotetico di un abbassamento dei livelli quanti-qualitativi della spesa alimentare delle famiglie in conseguenza della crisi economica risponderemo puntando sul valore della qualità”.