Che scenari si aprono per l’ortofrutta con la nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen? L’abbiamo chiesto a Simona Caselli (nella foto), presidente di Areflh-Assemblea delle Regioni Europee Frutticole, Orticole e Floricole, a margine della presentazione del rapporto Ismea-Qualivita sulla Dop Economy che, tra l’altro, ha segnalato per il 2023 numeri in negativo per il comparto, a conferma di uno scenario più di ombre che di luci per la categoria ortofrutta.
“Certo, le preoccupazioni sono tante – ha osservato la presidente Caselli al Corriere Ortofrutticolo -, in primis dovute a quel cambiamento climatico che sta influendo moltissimo sui livelli produttivi del settore ortofrutticolo, perché ovviamente sono molto colpite le coltivazioni all’aperto ma abbiamo situazioni di danno anche alle serre, in quanto i fenomeni sono sempre più estremi. Di conseguenza è fondamentale il tema della gestione del rischio e va portato avanti a livello di politiche europee con strumenti nuovi, essendo ormai chiaro che con gli strumenti attuali non si affronta l’attuale emergenza”.
“Per quanto riguarda la nuova Commissione Ue – ha proseguito Caselli -, ho avuto modo di ascoltare giovedì scorso il commissario Hansen che ha una certa esperienza nel settore perché è stato dieci anni in Comagri come deputato del Ppe. Di lui ho avuto un’ottima impressione, ha il polso del settore, ha ben presente quali sono i dossier più scottanti e il fatto che stia sul pezzo già migliora un pò la situazione rispetto al precedente commissario. E’ chiaro che abbiamo di fronte sfide importanti, ma l’impressione è che abbiamo fatto un cambio di passo. In ogni caso, Areflh è già mobilitata. Il 9 dicembre ho un incontro con l’unità ortofrutta di Comagri per riuscire a capire come possiamo difenderci con gli strumenti attuali da questa problematica del clima che colpisce il settore”.
Altre note dolenti per l’ortofrutta?
“Certamente la questione delle pratiche commerciali sleali. La Commissione si sta attivando per la revisione di mezzo periodo della norma e prevede anche una consultazione pubblica degli agricoltori. Naturalmente, noi come Areflh siamo sul pezzo, abbiamo segnalato alcune cose che non funzionano. In particolare c’è molta disparità nei vari Paesi su come è stata recepita la norma; in certi Stati alcune pratiche sono proibite e in altri no. E, a motivo di ciò, è per esempio accaduto che alcune centrali di acquisto di catene della Gdo si siano trasferite da un Paese all’altro. Noi stiamo segnalando queste cose. Poi ci preoccupa il Regolamento imballaggi, ormai in vista dell’approvazione definitiva il prossimo 17 dicembre da parte del Consiglio Ue. Il divieto di imballaggio in plastica monouso dell’ortofrutta sotto il chilo e mezzo ci preoccupa molto. La Francia aveva adottato due anni e mezzo fa una norma simile e il risultato è stato un calo delle vendite di ortofrutta del 17%. E’ vero, sono previste le deroghe nazionali ma a questo proposito insistiamo per una lista unica di eccezioni, per evitare che ci sia frammentazione del mercato interno ma soprattutto per permettere agli operatori di lavorare serenamente”.
Che novità ci saranno per Areflh nel 2025?
“Cambierà la presidenza. Il mio mandato è in scadenza, già ne ho fatti tre, le cose cambieranno e ci sono già candidature. L’assemblea ci sarà il 3-4 aprile a Valencia, vedremo. Lascio con la soddisfazione di vedere che Areflh in questi anni è cresciuta nei numeri e nell’influenza politica e decisionale”.
Cristina Latessa