Irrompe nel settore ortofrutticolo l’inchiesta sulle “cyber spie” guidate dall’ex super poliziotto Carmine Gallo, braccio operativo di Enrico Pazzali, titolare di Equalize, società di investigazione perno di una attività di dossieraggio su larga scala ai danni di istituzioni e imprenditori: Giuseppe Battagliola (foto nel riquadro), già presidente del CDA de La Linea Verde e oggi al vertice di Kilometro Verde, big player del vertical farming con sede nel bresciano, è tra gli indagati – insieme al suo avvocato Giovanni Orlandi – nella maxi inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano per dossieraggio e spionaggio.
Per gli inquirenti nell’ottobre 2022 avrebbe commissionato alla Equalize srl un dossier nei confronti dei familiari ai vertici dell’azienda di cui ancora era socio con il 40% delle quote ma senza cariche: sotto la lente sarebbero finiti Carlo, Andrea e Domenico Battagliola e la stessa azienda di Manerbio.
Contattato dalla nostra redazione, Giuseppe Battagliola affida la replica a quanto pubblicato oggi sulla stampa locale: “Scoprire di essere indagato per un servizio di investigazione fatturato e pagato è stato un fulmine a ciel sereno”, ha detto a Brescia Oggi. “La cosa che più mi ha fatto male è essere stato paragonato alle persone che ordinavano dossieraggi informatici illegali con fini opachi o obiettivi ricattatori: la mia posizione è totalmente diversa e non presenta ambiguità o zone d’ombra”.
Giuseppe Battagliola sostiene di aver chiesto a una società apparentemente referenziata di investigare per “proteggere il know how aziendale de La Linea Verde: avevo il fondato sospetto che qualcuno stesse copiando la ricetta delle zuppe Dimmidisì da me create”.
E aggiunge: “L’idea di mio fratello era di creare una partnership per approdare sul mercato statunitense, ma dopo aver valutato il rapporto tra benefici e investimenti, e considerata la difficoltà di reperire manodopera qualificata oltreoceano, il progetto si era fermato; eppure pochi mesi dopo in Florida vennero messe in commercio delle zuppe in tutto e per tutto simili a quelle del brand Dimmidisì. Posso affermarlo con sicurezza, perché io stesso sono stato artefice del brevetto dei piatti pronti quando ero presidente”.
“A quel punto – conclude Giuseppe Battagliola – ho voluto verificare che non ci fosse una fuga di informazioni sul know how dell’azienda: mi sono sentito in dovere di tutelare il patrimonio della società e ho cercato la verità rivolgendomi ad Equalize. In piena buona fede. Non ho mai avuto intenzione di utilizzare i dati raccolti per mettere in difficoltà mio fratello e i miei nipoti: ero spinto dall’esigenza di fare chiarezza sull’azienda che io stesso ho fondato, mosso dal fortissimo sospetto di un presunto spionaggio industriale ai danni della società dopo che il prodotto di punta era stato sostanzialmente replicato negli Stati Uniti”.
LA LINEA VERDE: VICENDA DEL PASSATO, NOSTRO GRUPPO SOLIDO E IN CRESCITA
Nel primo pomeriggio di oggi è arrivata una nota aziendale de La Linea Verde a firma del presidente del CDA Franco Polotti: “Abbiamo appreso dagli organi di stampa, nostro malgrado, la notizia relativa alle intercettazioni illecite a danno anche dei vertici della nostra azienda. Intendiamo precisare che tutte le citazioni e le dichiarazioni riportate fanno riferimento a un periodo passato ed ormai concluso. Le questioni interne legate alla Governance ed all’assetto societario sono state da tempo affrontate e risolte, garantendo all’azienda equilibrio, serenità ed efficacia gestionale”.
“La Linea Verde e le Società da essa controllate rappresentano un Gruppo solido in Italia ed all’estero, mostrando capacità di crescita sia in termini economici, strategici e di reputazione”, prosegue la nota.
“I risultati ottenuti lo dimostrano: abbiamo rafforzato la nostra posizione di leadership e continuiamo ad investire nella qualità dei nostri prodotti e nell’innovazione tecnologica lungo tutta la filiera. Siamo orgogliosi del nostro capitale umano e dei traguardi raggiunti, consapevoli che il successo viene costruito giorno per giorno grazie all’impegno di tutte le persone che lavorano con noi e con uno stile basato sul rispetto e la trasparenza in ogni attività aziendale. Continueremo a operare con la massima determinazione per garantire prodotti eccellenti, contribuendo alla crescita di un settore strategico per l’economia del nostro Paese”.
“L’inchiesta in corso e che coinvolge ad ampio raggio molte tra aziende, personalità pubbliche, istituzioni – conclude la nota – ci vede parte lesa. Confidando nel lavoro della magistratura e in un’ottica di rispetto verso le procedure in corso, riteniamo opportuno astenerci dal rilasciare ulteriori dichiarazioni e attendiamo con serenità il regolare svolgimento dell’iter giudiziario. La nostra azienda resta concentrata sul futuro con l’obiettivo di offrire sempre il meglio ai clienti, consumatori e tutti i partner che ogni giorno ci confermano la propria fiducia”.
Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriereortofrutticolo.it