Piogge, alluvioni, frane. L’Emilia Romagna ha sofferto quattro alluvioni in un anno e mezzo e l’ortofrutta soffre come tutta l’agricoltura nel suo complesso.
“Le alluvioni sono anche il risultato della mancanza di un’adeguata manutenzione che la regione Emilia Romagna ha limitato negli ultimi anni, penso per ragioni politiche. Lungo i corsi d’acqua pare che ci si sia preoccupati di tutelare fauna e flora piuttosto che pensare alle persone e all’economia agricola in particolare. Ristori immediati e interventi di messa in sicurezza lungo i corsi d’acqua sono il minimo per evitare il ripetersi di queste disgrazie”, spiega Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia Romagna. “In collina le frane, in pianura gli allagamenti hanno provocato danni diretti all’agricoltura non permettendoci di raccogliere frutta e orticole ed ora anche di seminare o piantare piante da frutto”.
Il faentino Fabiano Mazzotti, portavoce di Agricoltori Italiani (sigla nata dopo le proteste dei trattori di inizio anno), spiega: “Per nostra fortuna queste ultime piogge non hanno colpito molto le zone interessate dalla frutticoltura romagnola (a parte qualche azienda dei territori adiacenti alle rotture del Senio e Lamone). Molto più colpiti e interessati dal problema, invece, i territori della Bassa bolognese (Medicina, Molinella) e Reggiana, dedicate a colture estensive che avranno grosse difficoltà a programmare le imminenti semine dei cereali autunno-vernini. Sicuramente questo periodo continuamente piovoso sta mettendo in difficoltà le raccolte di cachi e mele autunnali (le ultime Fuji e l’inizio di Pink lady). Speriamo che nei prossimi giorni il tempo sia più clemente e permetta di iniziare la raccolta del kiwi verde senza troppe difficoltà (soprattutto nei territori di collina della vallata del Marzeno)”.
“La manutenzione costante del territorio deve diventare un priorità assoluta”
“Come Agricoltori Italiani – conclude Mazzotti – ribadiamo il concetto espresso anche durante la manifestazione di Bologna del 17 ottobre scorso, cioè che la manutenzione regolare e costante (assieme alla realizzazione di opere oramai non più rinviabili come le casse di espansione) del reticolo fluviale del nostro territorio è diventata la priorità assoluta. Non si può continuare ad investire nel settore con la sola speranza “che non succeda nulla” o non si ripeta più ciò che invece è avvenuto praticamente 3 volte a distanza di 17 mesi”.
“Gli oltre 100 millimetri di pioggia in due giorni hanno danneggiato sensibilmente le mele ancora sugli alberi causando il fenomeno del “cracking” ossia la spaccatura dell’epidermide del frutto e precludendone così la commercializzazione. Ciò significa una perdita di prodotto totale per le aziende – spiega il responsabile Sezione frutta di Confagricoltura Emilia Romagna, Danilo Tamisari -. Il maltempo ha colpito nel momento clou della raccolta le varietà più diffuse in regione, Fuji e Pink Lady, su una superficie coltivata a melo di oltre 5.000 ettari in Emilia-Romagna”.
“Permangono criticità di accesso ai frutteti della prima collina in Romagna per via di movimenti franosi tuttora attivi, innescati dalle alluvioni del maggio dell’anno scorso – continua Tamisari – Sugli alberi ci sono ancora cachi e kiwi da raccogliere. Le continue precipitazioni hanno avuto ripercussioni sulla maturazione del kiwi abbassandone il grado brix-zuccherino. Con timori anche per la conservazione del frutto nel lungo periodo”. (Red)