Manuel, Ivan, Simone D’Elpidio: tre fratelli hanno preso in mano e portato a un nuovo livello l’azienda agricola di famiglia a Mosciano Sant’Angelo, in provincia di Teramo. “Siamo agricoltori da tre generazioni, forse quattro considerato anche il mio bisnonno, aveva piccoli appezzamenti di terra e faceva già i mercati” spiega a CiboToday Manuel. Podere Francesco però, nome dell’azienda che è anche il nome dello zio che venne a mancare negli anni passati, viene fondata concretamente nel 2008 nei primi terreni detenuti dal padre Bruno, disposti in collina e non in piano, come accade per la maggior parte dei frutteti, “in questo l’esperienza del vino ci ha insegnato” dice Manuel.
L’originale business infatti, ancora perfettamente attivo, è quello di costruire impianti di vigneti conto terzi, ma non di produrre vino. Nel tempo sugli oltre 50 ettari di terra (60 con i campi sperimentali) è cresciuto il più grande frutteto d’Abruzzo, probabilmente uno dei più grandi del centro Italia. “O almeno così ci dicono”.
Papà Bruno oggi ha affidato l’azienda nelle mani dei figli con grande lungimiranza, capace come pochi di “lasciare carta bianca” alle loro competenze su cui si giocano i vari ruoli. “Siamo produttori di frutta, abbiamo oltre 80 varietà di piante. Tutto fresco, tutto nostro: non conferiamo nulla. Vendiamo soprattutto nelle Marche, Abruzzo, Veneto e anche nord Europa. Abbiamo poi creato un laboratorio interno con cotture a bassa temperatura per fare i migliori succhi di frutta, conserve e composte possibili. I succhi di frutta li lavoriamo con un unico ingrediente. Per esempio nel succo di albicocca si trova solo l’albicocca, così la susina. Abbiamo un bassissimo quantitativo di zucchero. Sullo stesso filone sono nate le nostre composte, sempre con un unico ingrediente. Sono naturalmente dolci perché selezioniamo solo frutta super matura in campo”. Accanto a questa produzione di alberi da frutta ce n’è anche una, più piccola, di verdure dall’orto.
È così facile fare questa frutta? Gli ultimi dati sull’agricoltura italiana dicono tutto il contrario. “Noi ce lo possiamo permettere perché trasformiamo solamente quello che coltiviamo, altrimenti sarebbe antieconomico. Coltivare la frutta sta diventando sempre più difficile, negli anni scorsi abbiamo fatto tutto l’impianto anti-grandine, a cui siamo sempre sopravvissuti perché facciamo tanto lavoro in campo prima della raccolta, come potature e diradamento”.
La maggior parte della frutta viene poi venduta fresca, sul territorio con il marchio Podere Francesco (sul sito si può comprare anche online). Una piccola parte viene lavorata per produrre dei trasformati, circa il 5-6% della raccolta, ma non quella di scarto come accade spesso. “In realtà lavoriamo con il massimo della nostra selezione, all’inizio ci prendevano per pazzi”.
La frutta arriva sia nel punto vendita aziendale che molto più lontano, sulle tavole di botteghe, hotel, ristoranti. “Poi invitiamo molti chef in azienda per far loro assaggiare i nostri prodotti” dice Manuel. Con l’intento anche di recuperare la frutta meno vendibile e non produrre scarti, nasce la collaborazione con chef Davide Di Fabio adottato dall’Abruzzo ma operativo al ristorante Dalla Gioconda di Gabicce Monte nelle Marche.
“Un giorno venne a farsi una passeggiata nel frutteto, raccolse un’albicocca non ancora matura da terra mentre facevamo dei lavori di diradamento. Decise di farne un estratto di albicocche verdi, con un’acidità molto spiccata che usa oggi per fare delle marinature, come il ceviche e le sue carni”. L’estratto di susina invece è diventato protagonista, insieme all’acqua di pomodoro fornita sempre da Podere Francesco come scarto della lavorazione della passata, di un suo piatto molto famoso: i paccheri al sugo, che hanno come protagonista le susine invece del pomodoro ma che ne ricalcano completamente il sapore.
