Il radicchio di Chioggia rischia una pesante battuta d’arresto dopo la bomba d’acqua che lunedì scorso si è abbattuta sul territorio polesano, con l’area di Rosolina, nel Rodigino, e di Chioggia, nel Veneziano, particolarmente compite. In certe zone sono caduti fino a 200 millimetri d’acqua in una manciata d’ore.
“In molte aree agricole le piantine di radicchio sono ancora sott’acqua”, premette Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia IGP e amministratore unico di Chioggia Ortomercato del Veneto. “Alcune prime stime parlano di un 80% di prodotto che andrà perso. Ma è ancora presto per fare valutazioni. Si saprà meglio l’entità delle perdite tra una decina di giorni”, precisa l’imprenditore veneto, che tuttavia non nasconde la preoccupazione per le sorti della produzione dell’oro rosso veneto, uno dei cavalli di battaglia del territorio.
“La campagna 2023-2024 si era chiusa splendidamente, con una primavera ottima in termini di vendite e prezzi. Ora questi diluvi che hanno interessato le aree di produzione rischiano di compromettere parte della stagione. I danni più ingenti potrebbero riguardare le produzioni precoci, che dovrebbero essere pronte per la raccolta a settembre e all’inizio di ottobre”, afferma Boscolo Palo. “Ma ripeto, serve attendere ancora una o due settimane per analizzare meglio la situazione. Ad ogni modo, se davvero mancheranno i volumi all’inizio della stagione, speriamo quantomeno che la domanda sia buona in modo da recuperare i raccolti persi con quotazioni soddisfacenti”.
La speranza è che la stagione non sia già andata a gambe all’aria ancora prima di cominciare: “Alcuni produttori stanno pensando di riseminare. Ci sarebbe ancora tempo per recuperare, anche se è complesso. Certo è che questi eventi estremi stanno sempre più minando il settore”.
Emanuele Zanini
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