Quarto recupero mensile consecutivo, a novembre, per i prezzi dei prodotti agricoli in Italia, con un +1,5% rispetto a ottobre. Ma la forbice con l’anno scorso si è chiusa ulteriormente, come evidenziato esaminando la dinamica tendenziale (il confronto è con lo stesso mese del 2010) che infatti evidenzia un +7,9%, dal +9,4% di ottobre.
E’ quanto emerge dalla consueta rilevazione Ismea effettuata attraverso l’indice dei prezzi agricoli alla produzione, salito a 131,7 (base 2010=100). Su base mensile, spiega l’Istituto, l’aumento riflette i rincari del 2% delle coltivazioni e dell’1,3% dei prodotti zootecnici, con questi ultimi favoriti nel dato tendenziale (+11,7% rispetto a novembre 2010) rispetto alle produzioni vegetali, che hanno comunque chiuso con un divario positivo del 4,3% su base annua.
Rispetto al mese di ottobre hanno recuperato, seppure solo lo 0,5%, i cereali, grazie al rimbalzo del mais, ma soprattutto ai rincari dei risoni, con i frumenti che hanno invece subito ancora deprezzamenti.
Un contributo positivo è venuto anche dal comparto frutticolo (+13,3% su ottobre), con buoni sviluppi soprattutto per mele e uva da tavola, mentre gli ortaggi hanno chiuso con un calo medio delle quotazioni all’origine del 3,8%. Vini ancora in buona evidenza in tutti i centri di scambio nazionali, con i prezzi che hanno spuntato in media un 2,8% di aumento. Brusca frenata, invece, per gli oli di oliva (-10%), dopo l’avvio ufficiale della nuova campagna, con pressioni alla vendita legate allo smaltimento delle giacenze degli oli di vecchia produzione. Cedono solo lo 0,2% le colture industriali. I livelli attuali delle quotazioni mostrano invece un divario negativo, su base annua, per oli di oliva (-3,8%) e ortaggi (-7,3%), mentre resta positivo il differenziale dei prezzi dei cereali (+2,7%) e della frutta (+4,1%).