Verona rilancia gli Orti di Giulietta. Il marchio era stato acquistato nel 2008 dalla Op Nordest dopo che il Consorzio di Tutela Gli Orti di Giulietta, costituitosi nel 1992 per volontà della locale Camera di commercio, aveva abbandonato l’iniziativa. “L’obiettivo di dare un’immagine alla produzione ortofrutticola veronese era andato perduto”.
Così commenta Attilio Febi, uno dei fondatori del marchio. “Ora, finalmente, il rilancio di un’idea che mantiene il suo fascino e la sua attualità ma ha bisogno di gambe su cui camminare”. Le “gambe” sono i produttori di OP Nordest e alcune aziende commerciali che hanno aderito al progetto. Nel 2009 esso è stato riconosciuto come Pif (progetto integrato di filiera) all’interno del Prs veneto e come tale è in fase di completa attuazione tanto che nella seconda metà di ottobre 2011 le prime mele veronesi marchiate Orti di Giulietta hanno preso la via dei mercati esteri.
“Il marchio – commenta il direttore di Op Nordest Antonio Soliman – garantisce il consumatore sull’origine del prodotto, che è certificato Global Gap e risponde a rigorosi disciplinari, oltre che alla richiesta della gdo di ricevere un prodotto a residui zero. In una fase successiva, l’operazione si potrà allargare ad aree limitrofe a quella strettamente veronese dove già è presente Op Nordest con propri associati”.
“La strada dei Dop e degli Igp – aggiunge Febi – non è sufficiente per sostenere e promuovere una produzione come la nostra”. Alla Op Nordest fanno capo 94 produttori e una cooperativa. Oltre a costoro, al progetto hanno aderito le aziende Bragantini, Osa, Milani Fragor, Geofur e Frutta C2. Messi assieme esprimono una produzione di 40 mila tonnellate. Nella prima fase, partita con la marchiatura di mele e peperoni, si prevede che saranno messe sul mercato ottomila tonnellate di ortofrutta firmata Orti di Giulietta. Il paniere ortofrutticolo veronese è ricco: comprende radicchio, pomodoro, zucchine, meloni, fragole, ciliegie, pesche, pere, mele, kiwi. Una produzione certificata a marchio dovrebbe, nelle aspettative, dare buoni risultati di mercato. La stessa Op Nordest sta curando il lancio de Gli Orti di Giulietta nella Gdo, in sintonia con le aziende commerciali partner.
Dall’operazione la melicoltura veronese in particolare dovrebbe aspettarsi risultati positivi. Essa, pur essendo tra le più importanti in Italia, è considerata al di sotto del livello qualitativo delle mele di montagna prodotte e commercializzate dai grandi consorzi di Alto Adige e Trentino.
“Negli effetti – sostiene un agronomo esperto come Febi – alcune varietà come Pink Lady, Braeburn oltre che Granny Smith danno risultati migliori qui da noi che nelle zone montane”. Per poter rilanciare, avendo la forza di rinnovare parte degli impianti grazie ad un incremento del valore aggiunto, la mela di Verona ha assoluto bisogno di immagine ed effettivamente, fino ad oggi, non aveva un marchio che la potesse rappresentare. (A.Fel.)
Nella foto, da sinistra, Antonio Soliman e Attilio Febi
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