Dopo la lettera aperta al Governo che ha portato alla firma di questo nuovo decreto che stanzia altri 8 milioni di euro al comparto pericolo, il Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna, il Consorzio UNAPera e l’Organizzazione Interprofessionale Pera si sono rivolti nuovamente al Ministro dell’Agricoltura per ribadire la necessità di un intervento più massiccio e concertato con la filiera.
Ecco il testo della lettera:
“Grazie Ministro. Apprezziamo l’ulteriore sforzo fatto dal Governo e dal Suo Ministero a sostegno del settore della pera, martoriato dalle avversità climatiche del 2023. Tuttavia, proprio per non vanificarlo, è indispensabile tener conto delle priorità. Innanzitutto è fondamentale ricercare ulteriori risorse per raggiungere la soglia minima necessaria, da cui purtroppo siamo ancora lontani, per consentire di salvare un settore di rilevanza nazionale non solo a livello agricolo ma anche in ambito economico e sociale. Quanto fatto è veramente apprezzabile ma rimane insufficiente. Siamo sicuri che il Governo e il Ministero faranno tutto il possibile in questa direzione e che in tempi brevi possano emergere le ulteriori e necessarie risorse finanziare per stabilizzare il settore.
Parimenti e parallelamente, occorre rendere effettivamente e funzionalmente fruibili le risorse finora stanziate e quelle che verranno prossimamente individuate nell’ambito di un sistema organico che veda premiati gli agricoltori che hanno deciso di continuare a coltivare pere definendo un sistema equo di ripartizione che tenga in considerazione l’effettivo danno subito.
Ribadiamo il carattere di estrema urgenza con cui è necessario rendere noti tempi e modi di erogazione dei ristori finora stanziati e ipotizzare quelli futuri, per consentire alle aziende coinvolte in questa sciagura – che sta di fatto azzerando la liquidità delle imprese – di poter programmare la prossima campagna. Senza adeguati e tempestivi interventi, infatti, il fondato rischio è che buona parte delle aziende che desiderano portare avanti la pericoltura siano costrette ad abbandonare per non poter far fronte alle anticipazioni colturali. Non si tratta di urgenza ma di emergenza.
Siamo a completa disposizione per un confronto continuo e costruttivo, che auspichiamo, nell’individuazione delle modalità più efficienti e accessibili, certi di poter fornire all’amministrazione un supporto fondamentale grazie alla profonda conoscenza della nostra filiera e delle sue necessità”.