Meno del 7% di italiani nel biennio 2021-2022 ha consumato la quantità di frutta e verdura raccomandata dalle linee guida per una corretta alimentazione, ovvero le ormai note 5 porzioni al giorno (“five a day“). Tra le persone con età compresa tra i 18 e i 69 anni, il 52% afferma di aver consumato nel periodo di riferimento 1-2 porzioni giornaliere di ortofrutta; il 38% invece arriva invece a 3-4 porzioni. Solo il 3% confessa di non consumare né frutta né verdura.
Sono alcuni dati estrapolati dal sistema di sorveglianza in sanità pubblica Passi sul sito EpiCentro che fa riferimento all’Istituto superiore di sanità e riportati in un articolo da Il Fatto Alimentare.
A quanto corrisponde una porzione?
Secondo gli esperti una porzione è un quantitativo di frutta o verdura cruda che può essere contenuto sul palmo di una mano, oppure mezzo piatto di verdura cotta. Questa quantità corrisponde all’incirca a 80 grammi di questi alimenti. È raccomandata l’assunzione giornaliera di 400 grammi di frutta e verdura, equivalente a cinque porzioni da 80 grammi.
Consumare almeno 5 porzioni al giorno, come raccomandato, è un’abitudine che cresce con l’avanzare dell’età, è più frequente fra le donne, tra le persone senza difficoltà economiche e tra i soggetti più istruiti. Tuttavia, resta un’abitudine che coinvolge poche persone, non superando mai il 10% neppure nei gruppi che ne fanno un maggior consumo.
Questa salutare pratica è significativamente più bassa nelle Regioni nel Centro-Sud rispetto a quelle del Nord Italia, ad eccezione della Sardegna in cui il consumo è fra i più alti (14%).
La quota di persone in grado di raggiungere l’obiettivo delle cinque porzioni – spiega ancora Il Fatto Alimentare – mostra una diminuzione nel tempo, soprattutto negli ultimi anni, e in quasi tutte le regioni. Se l’adesione al “five a day” resta un’abitudine di pochi, quasi la metà della popolazione consuma almeno 3 porzioni di frutta o verdura (45%). Le caratteristiche di chi ha questa buona abitudine restano significativamente associate al genere femminile, all’età, al vantaggio socio-economico, al livello di istruzione e alla residenza nelle Regioni del Centro-Nord del Paese.
Un regime alimentare di tipo mediterraneo, ricco di frutta verdura, cereali, legumi e povero di sodio, di zuccheri complessi e di cibi di origine animale, è favorevole non solo a un buono stato di salute ma anche in linea con il rispetto dell’ambiente.