MISTER PREZZI ALLA CACCIA DELLO SPECULATORE. E L’ORTOFRUTTA ANCORA UNA VOLTA DEVE DIFENDERSI

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Come non bastassero i problemi che già ci sono, oggi a Roma una trentina di sigle del settore agricolo/ortofrutta (ci sono tutti: privati e coop, unioni nazionali, Mercati e Grossisti, organizzazioni agricole, Distribuzione, compresi due grandi privati, Orsero e Spreafico) si riuniscono nella “Commissione di allerta rapida” per approfondire “le dinamiche  dei prezzi dei prodotti agricoli con particolare riferimento alla filiera ortofrutticola, alla luce dell’andamento degli stessi e delle possibili ripercussioni degli eventi climatici che hanno interessato alcune aree territoriali del nostro Paese”.

Insomma dopo tutto il can-can mediatico su prezzi e inflazione, e dopo il disastro in Romagna (che a livello di prodotto toglie quantità – vedremo quante – alla frutta estiva ) questo summit voluto da Mr. Prezzi (Benedetto Mineo), che potrebbe assomigliare a un Tavolo nazionale dell’ortofrutta, si appresta a rispondere alla grande, angosciosa domanda: qualcuno sta speculando sui prezzi dell’ortofrutta? A furia di far vedere immagini dei banchi di frutta e verdura in televisione quando si parla di inflazione, era il minimo che potesse capitare: finire sul banco degli accusati anche per i prezzi!

Il settore urla a gran voce che “la frutta non è cara”, pensando ai prezzi a cui cede il prodotto alle catene della Gdo o nei Mercati generali. E pensando che l’ortofrutta vale solo il 4% dei consumi alimentari. Altri settori del food come pasta, formaggi e salumi fanno registrare incrementi di prezzo di gran lunga superiori a quelli dell’ortofrutta (+9% €/kg il 2022 sul 2021, e +8% €/kg nel 1° trimestre 2023, fonte CSO).  Senza contare che l’ortofrutta soffre la stagionalità e gli eventi climatici, quindi la maggiore/minore disponibilità di prodotto e quest’anno (e non solo) il maltempo ha falcidiato le produzioni. Ancora una volta il settore deve mettersi l’elmetto e stare in trincea, privo com’è di una strategia di comunicazione su larga scala presso la pubblica opinione.

Ciò premesso, alla grande domanda di cui sopra (chi specula?) non penso avremo risposte pur con tutta la buona volontà di Mr. Prezzi. Il perché è presto detto: l’attuale situazione è figlia del combinato disposto di 3 fattori: il continuo crollo dei consumi (-8% nel 1° trimestre 2023 sul 2022, se continua così altre 440.000 tons perse a fine anno, fonte CSO) ; l’inflazione (siamo attorno all’8%) e la oggettiva diminuzione del potere di acquisto delle famiglie; la minore disponibilità di prodotto. I problemi sono più grandi del Tavolo di Mr. Prezzi.

Come finirà? Penso che comunque alla fine dal Tavolo odierno uscirà l’invito generico a rafforzare i controlli dei NAS e dell’ICQRF e ad alzare la vigilanza su possibili fenomeni speculativi. Le pratiche sleali sono all’ordine del giorno nella filiera dell’ortofrutta, non solo in tema di prezzi. Il problema è trovare chi denuncia e aprire i contenziosi, tant’è che – come qui ha scritto diverse volte il nostro Gualtiero Roveda – gli effetti della nuova disciplina sono pari quasi allo zero.

Più che cercare chi specula, bisognerebbe adoperarsi – qui e ora – per arrestare il crollo dei consumi… ma questo è un altro discorso.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere ORtofrutticolo

l.frassoldati@alice.it

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