Una “Special Edition” l’ha definita qualcuno. Ed in effetti l’edizione del quarantennale di Macfrut sta mostrando un passo diverso rispetto alle precedenti. Corridoi affollati, oggi più di ieri, per una esposizione che, in 60mila metri quadrati di superficie (il 35% e due padiglioni in più rispetto allo scorso anno) dà senso compiuto al concetto di “fiera di filiera”. Preponderanti, come sempre, le presenze italiane, ma rispetto al passato si sono visti più visitatori e buyer esteri.
La visita del Capo dello Stato Sergio Mattarella di martedì a Cesena, alla vigilia dell’inaugurazione poi suggellata dal ministro Francesco Lollobrigida, ha dato il là ad una (finalmente) buona visibilità anche al di fuori del “recinto” ortofrutticolo: i collegamenti televisivi e radiofonici di ieri e oggi in alcune trasmissione Rai (l’emittente pubblica è per la prima volta presente con un’area-stand posizionata vicino all’ingresso Sud), i servizi di Mediaset e altre emittenti di ampio respiro, stanno contribuendo a far conoscere un po’ di più il settore, i suoi sforzi per crescere e migliorare in termini di qualità, sostenibilità, innovazione.
Ricerca, sementi, prodotto fresco, tecnologie, servizi, packaging: ampia la panoramica, ricca (forse anche troppo) la convegnistica proposta dalla fiera e quella organizzata da realtà istituzionali, organizzazioni e aziende. Un segnale di vivacità e attivismo comunque, che in tempi di crisi e inflazione di nuovo alle stelle, di consumi perennemente con il segno meno, fa ben sperare. Buoni, nell’insieme, le impressioni e i commenti raccolti tra gli espositori in questi primi due giorni.
“Piraccini, lei ci sta raccontando delle cose veramente interessanti, non le conoscevamo”, ha candidamente ammesso ieri mattina la conduttrice di Rai Isoradio dopo aver intervistato il patron di Macfrut su cosa rappresenti il settore per l’Italia. Ecco: del vino sanno tutti vita morte e miracoli (commerciali), mentre l’ortofrutta è per molti un mistero, al massimo un argomento da tirar fuori quando si parla di rincari. L’auspicio è che anche grazie a questa fiera, il vento stia iniziando a cambiare.
Lo stesso Piraccini, intanto, si gode il momento. E rilancia: “La svolta è arrivata, ce lo dicono i numeri dei primi due giorni, ce lo riconoscono gli espositori. Adesso puntiamo a diventare la prima fiera in Europa facendo leva sulla distintività del Made in Italy, su questa formula che incentiva business e networking, a misura di aziende. E’ presente quella GDO europea che in passato scarseggiava, mentre tecnologie e Blueberry days hanno richiamato operatori da tutto il mondo”.
“Le grandi imprese nazionali del settore ci sono praticamente tutte”, conclude Piraccini. “E abbiamo incassato il riconoscimento delle tre organizzazioni professionali: è una bella cosa che l’Italia dell’ortofrutta faccia finalmente sistema“.
Mirko Aldinucci
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