La proposta di concordato fallimentare avanzata ai curatori prevede tra le altre cose 16,54 milioni (a fronte di un valore alla prima asta del maggio 2021 di oltre 95 milioni) garantiti da finanziamenti di Bpm e Unicredit per l’acquisto di tutta la società, il pagamento in toto dei creditori privilegiati e di una quota dell’8,5% ai creditori chirografari, cioè quelli senza tutele particolari, metà in denaro e metà in strumenti finanziari che garantiranno l’incasso di parte degli utili futuri. Proposta che secondo i curatori Mandrioli e Caiani “è maggiormente conveniente rispetto al proseguimento della liquidazione fallimentare”, scrivono nella loro relazione. Ora la palla passa appunto al voto dei creditori, che devono dare il loro ok alla proposta.
Il progetto Fenice
La Maip Compounding (che arriva dopo sette aste andate a vuoto ma anche dopo 50 interessamenti e 10 aziende che hanno consultato i documenti della curatela) ha chiamato il suo piano “Progetto Fenice” perché la società che rileverà Bio-on si chiamerà appunto “Fenice Spa” e sarà controllata dal gruppo piemontese. Maip è convinta che Bio-on possieda “tecnologie e know-how ad oggi ancora unici al mondo”, scrive nella proposta.
“Il Gruppo Maip – continua – è convinto cheil confluire delle capacità gestionali dei manager, con l’indirizzo, le aperture commerciali ed il supporto finanziario dell’azienda possano far rifiorire in tempi brevi Bio-on portandola a essere leader globale in moltissimi ambiti ad alto valore aggiunto”, dalla cosmesi all’industria, passando per salute e nano tecnologie.
Da 30 a 50 lavoratori
Fenice Spa sarà amministrata dall’ingegner Eligio Martini (ad del gruppo Maip), avrà sede a Torino e un capitale sociale di 15 milioni. Grazie agli investimenti promessi, Maip conta di riavviare Bio-on in 5 mesi e tornare all’utile già dal terzo anno, con ricavi in crescita da 5,8 a 28 milioni e un grado di saturazione dell’impianto che passa dal 17 al 70% nei cinque anni. Al capitolo dipendenti, che sono scesi dai 100 dei tempi d’oro ai 20 attuali, oggi per lo più in cassa integrazione, Maip prevede di passare dai 30 lavoratori del primo anno a oltre 50 del quinto, con una produzione che si concentrerà verso prodotti di alto valore, superiore ai 65 euro al chilo.
(fonte: Repubblica)