“Il progetto #SipoBrandAmbassador nasce dal desiderio di Massimiliano Ceccarini, general manager della romagnola SIPO, di realizzare una strategia comunicativa differente che raccontasse realmente l’azienda e i prodotti. Essendo la Brand Ambassador del Digital Innovation Days (il più grande evento italiano dedicato al marketing digitale, al social media marketing e all’innovazione), ho pensato di condividere la mia esperienza e far convergere il mondo del digitale sull’agrifood, tarando ogni azione a dovere”.
Spiega così Simona Riccio, project leader di SIPO, l’idea da cui è partito e si è concretizzato uno dei progetti più originali mai realizzati nel settore ortofrutticolo. Nel concreto sono stati coinvolti 15 brand ambassador (un team di professionisti come agronomi, creative director, scrittrici, naturopati, esperti di marketing turistico, chef, nutrizionisti, food travel) attivi su 4 piattaforme di social network (Facebook, Instagram, Linkedin e Twitter), che attraverso un calendario editoriale prestabilito hanno pubblicato complessivamente 170 post.
“Da anni – sottolinea Riccio – ribadisco la necessità di supportare il consumatore all’acquisto consapevole, anche online: l’obiettivo del progetto è stato proprio quello di informare, comunicando in maniera innovativa e coinvolgente i prodotti e l’azienda al fine di dare un’ulteriore riconoscibilità al brand anche online”.
I risultati sono stati sorprendenti: 572mila impression totalizzate globalmente e 174mila utenti coinvolti in rete sui soli canali Twitter ed Instagram. “L’esito del progetto #SipoBrandAmbassador è stato assolutamente positivo – afferma Simona Riccio -. Tengo a sottolineare che non ci sono stati post sponsorizzati e i risultati sono tutti organici. Abbiamo voluto dimostrare concretamente quanto il web sia uno strumento molto potente sfruttando ‘solo’ la diffusione di contenuti di valore strutturati da professionisti con un buon numero di follower. Un test che ha portato a like e interazioni assolutamente organiche e reali. Nessun like comprato, tutto vero. Certo, sappiamo bene che se avessimo investito in advertising con una targettizzazione ad hoc, avremmo potuto raggiungere numeri enormi ma il nostro obiettivo era un altro”.
Un’esperienza che sicuramente avrà un seguito, forte di quanto appreso da questa prima fase.”Le nuove generazioni e non solo, cercano informazioni nell’unico luogo, ovvero il web, dove trovano dettagli e specifiche del prodotto da acquistare. Intendo dire che i consumatori vogliono sempre più conoscere approfonditamente tutti gli attori che cooperano alla realizzazione di ciò che comprano, dal campo alla tavola. Raccontare e raccontarsi in modo corretto, trasparente, innovativo e coinvolgente, facendo emergere criticità, opportunità e professionalità è dunque di primaria importanza. Le persone sono sempre meno fidelizzate; sta alle aziende non farle scappare. Se però si tenta di attrarle in maniera sbagliata, poco originale e accattivante, il rischio di abbandono è alto. Ciò che mi sento di consigliare è di non avere paura di approcciare il mondo del digitale e affidarsi a professionisti seri: il web è una potenza enorme se gestita correttamente; in caso contrario può fare danni. E di aziende che si sono rovinate ne ho viste”.